MATALEÒN

October 10, 2015

MATALEÒN they are rock band from 
Sesto San Giovanni, Italy. 

These music gentlemen, with passion and work in 

achieve each of their objectives, they participated
 in "Brianza Rock Festival 2015" in Autodromo 
Nazionale di Monza.

Here they are as fighters in its own perspective, 

telling us who they are, 
where they are and where they want to go with your art.



 GentlenesMataleòn 



Dove, quando e come si è formata la band e perché il nome "MATALEÒN". Chi sono i membri della band?
I Mataleòn si sono formati ufficialmente nel maggio 2012 dalle ceneri di un vecchio progetto. Dopo l’uscita dalla band del vecchio chitarrista abbiamo deciso di dare vita ad una nuova band cambiando il cantato dall’inglese all’italiano. Siamo una band di Sesto San Giovanni vicino Milano. Il nome Mataleòn arriva da una mossa di un’arte marziale brasile. Per la precisione è uno strangolamento. Il batterista praticando questo sport ci ha proposto questo nome e a noi è piaciuto anche per la filosofia di quest’arte marziale che è sì molto violenta ma allo stesso tempo c’è molto rispetto per l’avversario.
La band è composta da Tommaso Di Blasi alla voce e chitarra ritmica, Andrea Giugliani alla chitarra solista, Manuel Schiavone al basso e cori e Daniele Bocola alla batteria.

Qual’è lo stile musicale dei Mataleòn?
La nostra musica è di stampo alternative rock, con un po’ di influenze metal ma ognuno di noi ha un background completamente differente. Ci piace poter attingere da ognuno dei nostri gusti per comporre le nostre canzoni.

Quante canzoni avete e cosa sono ispirati i brani?
Il 2 aprile 2015 abbiamo lanciato il nostro primo EP intitolato “Prospettiva di un’idea” che contiene 6 canzoni. Le canzoni traggono ispirazione da ciò che ci circonda e da aspetti della nostra vita. Non ci piace parlare di politica. Prendiamo spunto dalle nostre passioni come ad esempio l’arte o il cinema e cerchiamo di mettere in musica alcuni di questi aspetti. 

Quali sono le vostre influenze musicali? Musicisti di riferimento?
Ognuno di noi ha il proprio background musicale. A Tommaso (cantante) ad esempio è legato alla scena grunge di Seattle delle band come Alice in Chains, Pearl Jam e Soundgarden. Ad Andrea (chitarra) ama la musica in generale e ama Michael Jackson e il blues. Manuel (basso) è amante del metal dei Metallica e dei band quali Deep Purple e Led Zeppelin. Daniele (batteria) è legato al progressive dei Genesis e attualmente si è avvicinato al Jazz per questioni di studio.

Dove avete studiato musica?
Ognuno di noi ha studiato musica con musicisti professionisti. Tommaso ha studiato canto con Alessandro Del Vecchio (Ian Paice, Glen Hughess, Toto, etc…). Andrea ha studiato chitarra con Nicola Fassi e Fabrizio “Bicio” Leo che sono due chitarristi che suonano al fianco di grandi artisti italiani come Eros Ramazzotti e Laura Pausini, etc. Manuel ha studiato basso con Nicola Mazzucconi (Carmine Appice, Ian Paice, Bernie Marsden) e Daniele ha studiato con Mario Riso (Movida, Rezophonic, e molti grandi artisti italiani) e attualmente studia con Giovanni Giorgi che è uno dei miglio batteristi Jazz italiani apprezzato in tutto il mondo. 

Quali altri generi musicali ascoltate?
Ascoltiamo tutta la musica. Pensiamo che alla base di ogni musicista ci debba essere tanto ascolto. Pensiamo sia fondamentale per poter sperimentare qualcosa di nuovo. Non ci poniamo limiti.

Quanto tempo viene speso per provare e come vi organizzate il lavoro?
Normalmente proviamo una volta alla settimana per 2 ore. Ma dipende dagli impegni della band. Se abbiamo live o ci dobbiamo preparare allo studio di registrazione aumentiamo il numero di prove settimanali. Una cosa che facciamo sempre è registrare le nostre prove in modo da poterci risentire a casa e proporre eventuali idee per le canzoni che scriviamo. 

Dove sono stati presentati e quanti lavori in studio ha prodotto la band?
Il 2 aprile 2015 abbiamo presentato il nostro primo EP intitolato “Prospettiva di un’idea”. 
La presentazione è stata fatta in un locale di Milano molto conosciuto in Italia chiamato “Rock ‘n’ Roll”. 

In quali luoghi suonate la vostra musica?
Principalmente suoniamo nei club. Sono l’ambiente migliore per band come la nostra. Il calore e l’affetto della gente si sente maggiormente. Ci piace moltissimo suonare nei grandi festival. Il 12 giugno abbiamo partecipato al “Brianza Rock Festival” che si è svolto all’Autodromo Nazionale di Monza (dove corre la Formula 1).

Quali sono le principali sfide che sono state affrontate finora?
La nostra più grande sfida era quella di suonare alternative rock cantato in italiano. Non è mai semplice avvicinarsi alla nostra lingua ed essere credibili in questo genere. Noi italiani abbiamo una grande tradizione di cantautori e il confine tra l’essere troppo “sdolcinati” è sempre sottile. In questi anni abbiamo trovato il giusto equilibrio tra la parte musicale e quella cantata. 

Quanto è importante per voi l'estetica sul palco (costumi, le prestazioni, la comunicazione con il pubblico, le luci, suoni, ecc)
Per noi questo aspetto è molto importante. Nell’ultimo anno, prima dell’uscita dell’EP, abbiamo lavorato sul nostro look cercando di uniformare la nostra musica anche a livello visivo. Abbiamo deciso di vestire in total black nei nostri live, cercando un abbigliamento un po’ più maturo ma allo stesso tempo elegante. 
Diamo davvero molta importanza alla preparazione dei nostri concerti dedicando sessioni di prove mirate in modo da poter trasmettere al nostro pubblico la nostra energia. Durante le prove effettuiamo molte prove sui suoni in modo da poter eseguire le nostre canzoni al meglio.

Com’è il pubblico che segue la vostra band? 
Non ci prefissiamo un’eta precisa. La nostra speranza è quella di abbracciare un pubblico abbastanza ampio. Le nostre influenze musicali sono molto varie e riusciamo a far incuriosire sia il pubblico più maturo che quello più giovane.

Quali sono le canzoni più richieste?
Al momento all’attivo abbiamo solo l’EP uscito ad aprile quindi la nostra scaletta nei live è abbastanza semplice. Per fortuna sono tutte molto richieste. Nel nostro set live abbiamo inserito anche una cover di una band italiana che negli anni 70 ha spopolato anche negli Stati Uniti. La band in questione è la PFM (Premiata Forneria Marconi) che con il suo progressive rock è stata molto apprezzata all’estero. Ci sentiamo molto legati a questa band italiana perché i suoi componenti sono dei musicisti eccezionali che hanno insegnato moltissimo a noi giovani.

Solitamente chiedete un cachet fisso o lo decidete in base al tipo di locale o evento?
Non abbiamo un cachet fisso. Al momento la cosa che più è importante per noi e creare un pubblico di fedeli e attirare maggiormente l’attenzione sul nostro progetto in vista del disco che prossimamente pubblicheremo. 

Dove vi piacerebbe suonare in futuro?
Beh facendo musica cantata in italiano non ci aspettiamo di poter fare grandi cose all’estero. E’ anche vero che ormai la musica è universale e gli italiani nel mondo sono davvero tanti. Chissà…magari un giorno verremo anche in Argentina! Per ora ci stiamo concentrando per fare al meglio in Italia. Siamo una band emergente con tanta voglia di dimostrare chi siamo e il valore della nostra musica.

E certo, se venite all'Argentina, sono i benvenuti...

Qual’è il principale mezzo di diffusione della vostra musica?
Il nostro EP è disponibile su CD ed è possibile richiederlo sui nostri social network direttamente a noi. E’ possibile comprare la nostra musica anche sui maggiori store mondiali quali iTunes e Google Play.
Siamo presenti anche su Spotify e Soundcloud nel quale è possibile ascoltare le nostre canzoni in streaming. Su Youtube è possibile vedere i nostri video. Alla fine dell’intervista lasciamo tutti i nostri contatti.

Quanto spazio concedono i media locali (radio, tv, ecc) al vostro progetto musicale?
Da aprile ad oggi molte web radio e webzine hanno dato visibilità al nostro progetto. Abbiamo fatto anche interviste in radio vere e proprie e alcuni articoli su quotidiani a tiratura nazionale. Siamo molto contenti che il nostro lavoro sia piaciuto e per noi è molto appagante. 

Raccontaci come è stato il lavoro del suo primo EP? 
Il lavoro sull'EP è stato molto entusiasmante. Abbiamo provato molto nell'anno precedente all'uscita del disco. Avevamo davvero tantissime idee per le canzoni e una volta selezionate le canzoni migliori le abbiamo fatte sentire a Olly Riva, il nostro produttore artistico. Con lui abbiamo perfezionato ogni aspetto delle canzoni. Dagli intro, le strofe, gli special, le linee vocali, i suoni. Insomma abbiamo lavorato molto con lui per arrivare allo studio di registrazione davvero preparati e consapevoli di cosa volevamo. Una volta definite le canzoni ci siamo dedicati ad un lavoro individuale di studio. Ci siamo ritagliati un po' di settimane per poter assimilare ogni sfumatura delle canzoni per dare il meglio di noi stessi in studio di registrazione. Avendo relativamente poco tempo a disposizione per registrare era fondamentale questa preparazione. Olly ha saputo rendere al meglio tutte le atmosfere che volevamo comunicare con le nostre canzoni.
Abbiamo eseguito le registrazioni in 9 giorni. Daniele alla batteria ha fatto un lavoro formidabile, in un giorno e mezzo ha chiuso tutte le batterie. Poi sia Manuel al basso, Tommaso e Andrea alla chitarre hanno dedicato un giorno a testa. Anche tutte le voci sono state registrate in un giorno. Abbiamo cercato di lavorare velocemente per poter dare più tempo possibile ad Olly per eseguire il mix delle tracce. Il mastering è stato eseguito in un altro studio fuori Milano da un grande professionista di nome Tacredi Barbuscia al Greenriver Studio. I costi della produzione musicale si sono aggirati attorno ai 2.500 euro. 
Parallelamente alla parte musicale abbiamo lavorato con due ragazzi davvero speciali. Giorgia Brandolese e Francesco Pucci della "The Tape Agency" hanno sviluppato un lavoro fantastico per tutta la parte grafica e video. Sono loro tutti i nostri video girati fino ad ora. Sono stati davvero bravi a mettere insieme e concretizzare tutte le idee che avevamo in testa. Siamo davvero felici di aver creato questa piccola famiglia.

Avete presentato il vostro materiale ad una casa discografica locale, nazionale o internazionale?
Per l’EP “Prospettiva di un’idea” abbiamo deciso di essere totalmente autoprodotti. Eravamo fermi da un po’ di tempo e avevamo la necessità di far conoscere la nostra musica e iniziare a fare concerti. Non ci siamo dunque dedicati alla ricerca di un’etichetta discografica. 
Ci siamo affidati solamente a 2 persone per quanto riguarda l’aspetto grafico, video e comunicazione. 
Giorgia Brandolese e Francesco Pucci della “The Tape Agency” che hanno eseguito il fantastico lavoro sulla copertina del cd e tutti i video che abbiamo realizzato fino ad ora. 
Il disco che abbiamo intenzione di fare ovviamente prevederà questa ricerca dell’etichetta.

Avete un manager o un rappresentante? 
Al momento non ci siamo affidati ad un manager ma abbiamo preferito curare noi personalmente i contatti con i vari locali e agenzie in modo da poter instaurare un rapporto diretto con la gente. 
Tommaso e Andrea hanno ricercato personalmente le radio e riviste per poter presentare i Mataleòn.

Che tipo di supporto ricevete dalla vostra famiglia e amici?
I nostri amici ci supportano sin dall’inizio della nostra avventura e sono sempre presenti durante i nostri live. Ovviamente i nostri fans più sfegatati sono i genitori di Daniele (batteria) che non si perdono nemmeno un concerto e poi c’è la nostra piccola mascotte…Francesco “Blue”, il figlio di Andrea (chitarra).

Quali sono le politiche governative in vigore nel proprio Paese per i musicisti?
Nessuna. Purtroppo in Italia non ci sono politiche che favoriscono i musicisti e chi ha voglia di organizzare eventi musicali. E’ davvero triste che ci sia al giorno d’oggi ancora tutta questa burocrazia nel poter organizzare degli eventi. Le idee e le persone volenterose in Italia ci sono, ma vengono scoraggiate dal nostro sistema burocratico.

Perché a voi piace l'arte della musica?
Ci piace la musica per ci permette innanzitutto di poterci sfogare e ci piace poter trasmettere le emozioni e degli stati d’animo. La musica è per noi la liberazione dell’anima. 

Qual è il messaggio che volete trasmettere a chi vi ascolta?
A noi piace tramettere delle immagini con le nostre canzoni. In modo che ogni persona che ci ascolta può immedesimarsi come meglio crede con le proprie esperienze di vita. 

Quali sono i vostri sogni e le vostre aspettative?
Il nostro sogno ovviamente è quello di poter vivere con la nostra musica, anche se sappiamo che è difficile realizzarlo. Ci stiamo impegnando però al massimo per poterci riuscire.